Il coraggio di mamma Rovena: “Dall’Albania a Perugia per salvare la vita di mio figlio Viktor”
PERUGIA – Un casco biondo e un sorriso disarmante, l’intelligenza vispa e l’allegria contagiosa. Così era il piccolo Viktor, un bimbo di 4 anni e mezzo che viveva a Durazzo, in Albania con mamma Rovena, papà e una sorella maggiore. E quando quell’allegria è diventata tristezza e dolore c’ha messo poco mamma Rovena a capire che qualcosa non andava. Da lì una sequenza infinita di ricoveri e analisi, fino alla terribile sentenza: una forma molto aggressiva di leucemia linfoblastica acuta. Tra incredulità e paura Rovena non ha aspettato oltre. Ha comprato un biglietto aereo, preso tra le braccia il suo bimbo ed è volata in Italia, a Perugia, uno dei centri più noti al mondo, celebre specialmente perché qui nei primi anni Novanta il professor Massimo Fabrizio Martelli ha perfezionato, primo al mondo, la tecnica del trapianto di midollo da donatore non compatibile. “Soltanto arrivare a Perugia – racconta Rovena – essere accolti in ospedale e vedere la tempestività con cui i medici si sono presi cura di Viktor, ci ha restituito il sorriso. Abbiamo affrontato un percorso duro, solo dopo molti mesi di ricovero e tante cure finalmente Viktor è andato in remissione di malattia e ha potuto essere sottoposto a trapianto di cellule staminali”. La donatrice proprio Rovena. Non c’erano donatori compatibili per il piccolo, né tra i familiari, né nel registro internazionale dei donatori l’unica possibilità per salvarlo era raccogliere le cellule della sua mamma. E proseguire in un lungo e complicato percorso con la speranza di guarire.
“Durante questa fasi così lunga e difficile siamo stati accolti in una famiglia: la grande famiglia del Comitato per la vita “Daniele Chianelli”. Abbiamo vissuto al Residence, siamo stati accolti con generosità. Non ci siamo sentiti mai soli. Siamo stati supportati da psicologi, assistenti sociali, volontari, arteterapisti, musicoterapisti, educatori. Viktor è andato a scuola in ospedale, si è fatto tanti amici tra i piccoli pazienti, al Residence ha condotto una vita normale malgrado la malattia. Ci siamo sentiti a casa”. Subito dopo il trapianto Viktor ha smesso di mangiare, perdeva peso, i medici erano molto preoccupati e si sono rivolti a Franco e Luciana Chianelli chiedendo loro di fare un ulteriore sforzo e aiutare il piccolo a riprendere a mangiare “Ogni giorno Luciana e Gigliola, la più dolce delle volontarie, hanno cucinato per noi, cercando di preparare le cose più gustose per il bambino. Franco si sedeva accanto a Viktor e lo incoraggiava a mangiare. Piano piano ha ricominciato, ha recuperato peso ed è tornato in forze”.
Dopo un anno e mezzo Viktor e Rovena tornano a casa. Hanno vinto la loro battaglia. Viktor ha compiuto 6 in Albania con una grande festa in famiglia. Il caschetto biondo sta ricrescendo e l’allegria è sempre la stessa.