Sabato 4 Aprile 2020. Come ogni giorno, mi sto recando in macchina in Ospedale, dove dirigo il reparto di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo. Il cielo sopra di me è particolarmente limpido e blu; i rami delle piante ai bordi della strada sono colmi di boccioli e di fiori bianchi, rosa e fucsia. La natura, è un’ esplosione di luce, di colori e di vita. Eppure, quest’ anno, la primavera ha qualcosa di diverso. È accompagnata, da una sensazione di buio, di immobilità, di incertezza e di paura legata alla pandemia da COVID-19: un evento epocale e drammatico scatenato da un virus invisibile, di dimensioni nanometriche (un milionesimo di millimetro). A ricordarmelo, sono le mie mani ruvide ed escoriate per il continuo lavarsi. Poi c’è la mascherina, una anomalia indossarla costantemente, anche per me, che durante la visita in reparto sono abituato a portarla per proteggere dalle infezioni i nostri pazienti immunodepressi. Il terzo principio della dinamica (o terza legge di Newton) recita che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Mentre guido, come reazione alla spiacevole sensazione di immobilismo e mancanza di progettualità che provo da qualche giorno, insorge improvviso in me il desiderio opposto: dedicarmi, dopo il lavoro, a qualcosa di propositivo. Così nasce questa lettera, per trasmettere il messaggio che, nonostante la pandemia, la lotta alla leucemia e agli altri tumori del sangue continua, come e più di prima, nella speranza che questo possa aiutare i pazienti ematologici a sentirsi accompagnati e sostenuti durante questo periodo di grande difficoltà.
Si è scritto molto sui pazienti a rischio per COVID-19, specialmente sugli anziani affetti da altre patologie, ma poco su quelli, anche giovani, la cui fragilità dipende da una carenza delle difese immunitarie. Mancano dati solidi a riguardo perché la pandemia è iniziata solo da pochi mesi e siamo impreparati. Comunque, l’ esperienza clinica ci ha insegnato che, nel paziente ematologico immunodepresso, le infezioni virali, anche una banale influenza, possono mettere a repentaglio la vita. Così, è verosimile pensare che questo valga anche per l’ infezione da COVID-19.
Tra i pazienti oncologici, quelli ematologici sono particolarmente vulnerabili. Basti pensare che i linfomi o il mieloma di per sé inducono immunodepressione, per il solo fatto di nascere dalle cellule del sistema immune, cioè proprio da quelle cellule che dovrebbero invece difendere l’ organismo dalle infezioni. A questo, si aggiunge poi l’ effetto immunodepressivo della chemioterapia e dei cortisonici. Nelle leucemie acute, che sono tumori esplosivi e violenti, per arrivare alla guarigione, è necessario distruggere il più rapidamente possibile tutte le cellule maligne che hanno invaso il midollo osseo, a scapito di quelle normali. E’ una lotta senza respiro, durante la quale, il paziente, viene sottoposto a cicli di chemioterapia molto potenti e ad intervalli molto ravvicinati, spesso seguiti da un trapianto di midollo osseo da donatore. Queste terapie così aggressive, da un lato sono indispensabili per guarire, dall’ altro espongono il paziente a periodi di profonda e prolungata immunodepressione che possono metterlo a rischio di infezioni, come quella da COVID-19.
L’ obiettivo primario è quello di garantire a tutti pazienti ematologici le terapie salvavita necessarie, senza ritardo e in un ambiente che sia il più sicuro possibile, cioè in un reparto libero da COVID-19. D’ accordo con il Dr. Antonio Onnis, commissario straordinario dell’ Azienda Ospedaliera, è stato, pertanto, avviato un programma che prevede il ricovero di nuovi pazienti ematologici solamente dopo che siano risultati negativi al tampone per il virus. In futuro, si spera che possano essere effettuati tamponi periodici di sorveglianza a tutti gli operatori sanitari dell’ Ematologia. I pazienti ematologici che dovessero risultare COVID-19 positivi (cosa che finora non si è verificata), saranno invece ammessi nei reparti di competenza e seguiti sia dall’ ematologo che dall’ infettivologo, cercando, se possibile, di differire la chemioterapia fino a che l’ infezione virale non si sarà risolta. Nonostante le difficoltà organizzative, nelle tre settimane passate, in piena pandemia da COVID-19, siamo riusciti a garantire l’ assistenza a tutti i pazienti che ne avevano bisogno e ad effettuare 10 trapianti di midollo osseo. Questo, grazie soprattutto alla professionalità, dedizione e coraggio di medici, infermieri, OSS, addetti alle pulizie e dei laboratoristi coinvolti nelle attività diagnostiche. Mi associo poi al Magnifico Rettore Prof. Maurizio Oliviero nell’ elogiare il ruolo fondamentale che i giovani specializzandi stanno svolgendo in questo momento di emergenza.
Uno dei pilastri fondamentali nella terapia delle leucemie è il supporto trasfusionale. Infatti, dopo la chemioterapia e/o trapianto e prima che il midollo osseo si rigeneri normalizzato, il paziente attraversa un periodo di quasi completo azzeramento di tutte le cellule del midollo (si chiama aplasia midollare), durante il quale ha necessità di trasfusioni di sangue per correggere l’ anemia e di sacche piastriniche per impedire sanguinamenti che talora possono essere letali. Anche con le terapie più sofisticate, nessuno dei nostri pazienti potrebbe sperare di guarire senza il sostegno trasfusionale. Finora, la risposta c’è stata ma mi appello a tutti gli umbri perché continuino a donare sangue, anzi si impegnino a farlo ancora di più stando al fianco dell’ AVIS, perché nessun paziente ematologico (o di altro tipo) paghi il prezzo di questa pandemia.
Gli alberi in fiore, mi hanno fatto venire in mente anche la Pasqua che si avvicina. In questo periodo, ogni anno si svolgeva la campagna vendite delle “Uova della Speranza” da parte del Comitato per la Vita Daniele Chianelli, a sostegno dell’ Istituto di Ematologia e di Oncologia Pediatrica. Anche in questo momento di emergenza, la solidarietà non si ferma. E’ possibile acquistare le uova online, uova ecosostenibili confezionate in carta riciclabile con all’ interno una sorpresa speciale: il seme di un albero da piantare, un segno di inequivocabile speranza. Acquistarle è un semplice gesto d’ amore e solidarietà, anche così sconfiggiamo il COVID-19.
* Prof. Brunangelo Falini (Direttore SC di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo, Ospedale S. Maria della Misericordia, Università di Perugia)