Roberta Laurini
Da nove anni sono in remissione. La mia vita è tornata normale, gli impegni giornalieri mi coinvolgono sempre più, il lavoro mi appaga, i colori sono i miei compagni preferiti; la paura resta, la tristezza, a volte, si fa presente, ma resta la vita, resta l’amore, la libertà. E’ stata un’esperienza drammatica e, a volte, dolorosa, ma non ho mai avuto la minima intenzione di arrendermi, sono testimone di quanto coraggio, determinazione e voglia di vivere occorrano per combattere questo male, che ti entra dentro all’improvviso. Vorrei che, in queste mie pagine, qualcuno possa riconoscersi, almeno in parte, e accendere una nuova luce positiva sul fenomeno cancro. Ognuno è libero di credere, o non credere, al fato, nessuno può sapere chi; e cosa sia a decidere della nostra vita, ma ognuno di noi deve e dovrà imparare, in qualche modo, ad adattarsi a questa realtà. Scrivendo quotidianamente il diario non ho usato parole scientifiche, né termini medici, ma solo le sensazioni che il cuore mi dettava. Ho dovuto lottare contro il male e anche contro l’ignoranza della gente. La mia testa pelata, il mio cambiamento fisico, e lo sguardo spento imprestatomi dalla malattia sono stati motivi per cui la gente mi guardava, si voltava a guardarmi, mi segnalava con il gomito al vicino; c’è stato chi rideva, c’è stato anche chi non ha perso l’occasione di umiliarmi, allontanandosi al mio arrivo, e non mi sono mai spiegata come ci possano essere persone così cattive e anche male informate. Ora cerco di non pensare più a quei momenti, portando nel mio cuore ciò che di positivo ho avuto da questa esperienza, e cioè amore. Ho imparato ad amare cose che ritenevo banali, questo mio amore oggi lo dedico a chi ha bisogno, ho capito quanto sia importante trasmettere amore. Durante il mio ricovero sono stata tanto amata e rispettata, nessuno mi ha fatto sentire diversa. Non possiamo sempre generalizzare sulle strutture sanitarie e sui dottori, io sono stata fortunata. Non dimenticherò mai un giorno quando la mia forza stava sgretolandosi e la tristezza si stava impadronendo di me, pur avendo 36 anni, mi ritrovai bambina, con una terribile crisi di desiderio di avere mia madre accanto, ma lei era a casa, era troppo lontana, intervenne la dottoressa Felicini e con il suo amore di madre, oltre che il dottore, mi trasmise tutto il suo amore, mi sentii subito rasserenata e capii cosa significasse amore, non potrò mai dimenticare quel gesto. Roberta Lauri n i La caposala, la signora Lucia, non riuscirò mai a capire la sua età, è una bambina truccata da grande , anche il suo buon cuore lo dice. Se tutti gli ospedali potessero avere almeno una caposala così.
La dottoressa Pasqualucci, è difficile descriverla, molto professionale, ti faceva sentire serena solo guardandola . Per lei era “tutto OK”, forse aveva ragione.
La dottoressa Carotti , mi mette sog-gezione anche ora. E’ possibile avere tanta professionalità e tanto buon cuore? La dottoressa Barbabietola, per me è un angelo sceso in terra, è troppo modesta. “Fortunati tutti coloro che sono nelle sue mani”. La dottoressa Galluzzo, la sua presenza ti diceva che c’è vita oltre l’ospeda-le, la sua immagine, così curata, mi ha spinto a sognare. li dottor Di Ianni è stato un vero fratello, aveva ragione a dirmi che presto sarei andata al mare. Il dottor Tabilio, sono le sue vittorie a descriverlo, grazie.
La dottoressa Felicini, è nata al mo-mento giusto e opera nel posto giusto, basta un grazie?
Il Professor Martelli, che continui sempre le sue battaglie. Professore, le auguro di vincere al più presto la sua guerra.
Dottor Aversa, la sua persona rispecchia il suo nobile cuore.
Il dottor Terenzi , è stato il mio messaggero di buone notizie, non dimenticherò mai il 25 Agosto del 1992, grazie.
Il dottor Scarpelli, parla poco, ma ogni volta che riesce a farsi sentire, trasmette tutta la sua bontà.
La Signora Ivana, caposala al trapianto, è bello conoscerla, la sua apparente durezza ti aiuta a capire quan-to sia tenero il suo cuore.
Un grazie al personale del Day Hospital, al Martini, è il mio terzo fratello, per tutte le volte che mi ha incorag-giato, grazie.
Alla Francesca, grazie per la sua disponibilità.
La signora Elena, caposala del Day Hospital, grazie per tanta disponibilità, pazienza e affetto.
Agli infermieri del trapianto, in particolare a Giancarlo per il coraggio che mi ha dato e l’affetto che mi ha dimostrato.
Al Sig. Chianelli, Presidente dell’Associazione “Daniele Chianelli”, per tutto quello che sta facendo, e che farà, per l’opportunità che mi da ogni anno di aiutare l’associazione con la vendita delle stelle di Natale e le uova di Pasqua.
Roberta Laurini