Luisa, salvata dagli ematologi perugini
PERUGIA – Uscire dal tunnel della malattia, riabbracciare la vita, trovare l’amore e coronare il proprio sogno con un matrimonio nella basilica di San Francesco ad Assisi. «E’ andata proprio così – dice Luisa Fuoco 31 anni, consulente del lavoro originaria di Venafro in Molise –. Sono felicissima di essere qui oggi per dire sì dopo aver sconfitto, grazie ai medici perugini, una malattia terribile come il linfoma di Hodgkin».
[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”]
Luisa ha sposato Nicandro Vizoco l’11 giugno 2016, davanti a centinaia di invitati arrivati dal Molise per far festa con lei che sottolinea però di sentirsi ormai umbra: «Questa terra – dice – mi ha restituito la vita». La scoperta della malattia a 23 anni, nel 2008, quando aveva appena conseguito a Roma la laurea triennale in economia. «Mi tormentava un prurito che fu presto sostituito da un dolore vero e proprio alle vene. Di lì la terribile diagnosi. Le prime chemioterapie a Campobasso… Purtroppo i risultati sperati non arrivarono. Ci fu l’autotrapianto di cellule staminali. Ma la remissione fu seguita da una recidiva. E’ allora che siamo entrati in contatto con l’Ematologia di Perugia. E’ stata la mia salvezza..».
A maggio 2011 il trapianto da un donatore compatibile Usa. «Di lì la fine dell’incubo, ma prima ho dovuto attraversare il baratro che ho superato grazie a medici eccezionali come professionisti e come persone dotate di grandissima umanità. E in quei momenti mi sono avvicinata a Dio. L’incontro con una clarissa di Assisi che assisteva una consorella in particolare ha avvicinato me e la mia famiglia a Santa Chiara. Sempre in reparto ho conosciuto anche padre Stefano Albanesi, francescano. Oggi – dice con un sorriso – è stato lui a celebrare le nozze». Chi ha voluto accanto a sé? «Franco e Luciana Chianelli che ho conosciuto al residence dove ho recuperato le forze dopo il trapianto. Loro e i loro volontari sono come una famiglia. Grazie a loro, un passo alla volta sono ripartita. Oggi sono guarita definitivamente. Insomma qui ho trovato Dio e tanta gente speciale, un mondo di solidarietà e accoglienza. Ho bussato, mi hanno aperto la porta e donato nuova vita…».
Donatella Miliani
(Articolo tratto da La Nazione Umbria, 11 giugno 2016)
LEGGI L’ARTICOLO ON LINE [/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]